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    "text": "Lei che di porpora e d'oro scialando visse e d'amore,\r\ndella tenera Cipride più molle,\r\nLàide racchiudo, che fu di Corinto fasciata dall'onda,\r\nchiara più che le stille di Pirene,\r\nun'Afrodite mortale, da nobili proci contesa,\r\npiù che per la Tindàride copiosi, \r\ntesi a spiccare una messe di grazie e d'amore venale.\r\nHa la sua tomba il balsamo del croco,\r\npermea la mirra fragrante le ossa, la lucida chioma\r\nd'un alito aromatico respira.\r\nSi dilaniò per lei lo splendido viso Ciprigna,\r\ngemé piangendo e singhiozzando Amore. \r\nDonna di tutti, per lucro. Peccato! Ché l'Ellade avrebbe\r\nper lei come per Elena lottato. \r\nFilippo Maria Pontani",
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