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            "content": "# Segugi d'argento\n\n L’immagine dei segugi potrebbe riferirsi ad antiche monete romane in argento (Denario C. postumius, risalente al 74 a.C. circa). Sul dritto delle monete è raffigurato il volto di Diana, dea della caccia, con arco e faretra sulle spalle: così infatti veniva rappresentata nell’iconografia tradizionale, con il capo ornato da un quarto di luna e accompagnata da un levriero o da un cervo. Sul retro delle monete è raffigurato invece un cane da caccia in corsa, in basso una lancia e alla base la scritta in rilievo \"C. POSTUMI / TA\". Come i segugi sono in grado di seguire le tracce e ritrovare una preda, così le monete sono un mezzo efficace per riportare la donna al suo amante.                                                                      Secondo un’altra interpretazione, i segugi d’argento potrebbero essere un richiamo al mito di Atteone. Egli subì una terribile punizione da parte della dea Artemide, indignata con lui perché l’aveva vista nuda mentre faceva il bagno nella fonte Parteia: la dea sguinzagliò i suoi levrieri, che lo trovarono e lo sbranarono. A differenza del mito, l’autore dell’epigramma sottolinea di voler solamente catturare la donna senza che i cani la uccidano, come accadde ad Atteone (\"Ζωγρήσομεν αὐτήν”= la cattureremo viva).  ",
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