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            "content": "# giacinto\n\n Figlio del re di Sparta Amicla e di Diomeda o, secondo altri, di Ebalo oppure di Pierio re originario di Pella in Macedonia e Clio, fu un giovane principe. L'amore di Apollo nei suoi confronti era tanto grande che, pur di stare costantemente vicino al ragazzo, tralasciava tutte le sue principali attività ed accompagnava l'inseparabile amante ovunque egli si recasse.\n\nUn giorno i due iniziarono una gara di lancio del disco; Apollo lanciò per primo ma il disco, deviato nella sua traiettoria da un colpo di vento alzato dal geloso Zefiro, finì col colpire alla tempia Giacinto, ferendolo così a morte. Apollo cercò di salvare l'adolescente tanto amato adoperando ogni arte medica a sua conoscenza, ma non poté nulla contro il destino. Decise, a quel punto, di trasformare il bel ragazzo in un fiore dall'intenso colore, quello stesso del sangue che Giacinto aveva versato dalla ferita.\nL'episodio è narrato nel X libro delle Metamorfosi di Ovidio. Secondo il poeta latino furono invece le lacrime divine a colorare i petali del fiore appena creato, imprimendogli così il segno imperituro del dolore provato; tale fiore mitologico è stato identificato nel tempo con varie piante differenti, tra cui l'Iride, il Delphinium e la viola del pensiero.\nGIACINTO-ALCEO:Alceo, nato da famiglia aristocratica, fu implicato, insieme ai suoi fratelli, Kikis e Antimenida, nelle controverse vicende di Mitilene. Proprio Kikis e Antimenida riuscirono, insieme a Pittaco, nel 612 a.C., a rimuovere il tiranno Melancro, della famiglia dei Cleanattidi, dando così avvio a violenti scontri fra gli aristocratici e il popolo.\nQuando, successivamente, Mìrsilo prese il potere, il giovane Alceo, che aveva ordito con altri di rovesciarne il governo, scoperta la congiura, fu costretto all'esilio nella città di Pirra.\nProbabilmente Meleagro collega Alceo al giacinto per sottolineare le sofferenze che egli ha dovuto sopportare, prima fra tutte l'esilio.",
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