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"content": "# Elleboro\n\n Elleboro, dal greco ἐλλεβόρος, significa “nutrimento che uccide” in riferimento alla sua velenosità.\n\nPerfino Petronio Arbitro lo cita, nel suo Satyricon [88,4]:\n\n”Chrysippus, ut ad inventionem sufficeret, ter elleboro animum detersit” \n\n“Crisippo” (di Soli, filosofo stoico del III sec. a.C.)”per potenziare la sua capacità creativa, per tre volte si schiarì la mente con l’elleboro”.\nQuinto Orazio Flacco ne parla nel suo Satirarum (Terza Satira - Libro II):\n\"Danda est ellebori multo pars maxima avaris\"\n“agli avari deve essere data una dose grandissima di elleboro” \nin quanto noto rimedio contro la pazzia, in questo caso degli avari.\nAnche Catullo lo cita nel Carme XCIX in cui narra di uno scherzo d’amore con il suo giovane amante Giovenzio: il poeta infatti gli ha rubato un bacio ma la repulsione del fanciullo suscita la sua amarezza.\n\n“praeterea infesto miserum me tradere Amori\nnon cessasti omnique excruciare modo,\nut mi ex ambrosia mutatum iam foret illud\nsaviolum tristi tristius elleboro.”\n\n“inoltre hai continuato a lasciare me misero in balia di Amore ostile\ne di torturarmi in ogni modo \na tal punto che quel piccolo bacio, da ambrosia, per me è ormai diventato \npiù amaro dell’amaro elleboro.”\n",
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